26 maggio 2013

Cronaca di una morte annunciata e contrattualizzata

Domanda inquietante sull'eutanasia. Così tanto per dire

Partecipazione alla visita di routine, adesione al protocollo, sottoscrizione della liberatoria, videoregistrazione con chiara espressione di volontà: leggendo la cronaca dell’operazione  della morte nelle cliniche in Svizzera che la provocano su richiesta – non sarebbe diverso nei Paesi Bassi – si ha la certezza, anche senza esaminare i contenuti della liberatoria, che tutta la procedura sia giuridicamente ineccepibile.

Secondo me prima di dare corso all’iniezione fatale è previsto il benestare definitivo dell’ufficio legale interno o del legale esterno, non si sa mai che la videoregistrazione denoti un segno di incertezza o che qualche passaggio della liberatoria sia da rivedere. Del resto, per scrupolo, il rischio di contestazioni ad opera di eredi/conoscenti sarà pure coperto da idonea assicurazione di primaria compagnia, come recitano i contratti.

Prima ancora dell’etica e della natura, che pongono un limite per me insuperabile, in queste leggi d’avanguardia del mondo civilizzato mi fa tremendamente paura fino ad agghiacciarmi il sangue la relativa applicazione-conseguenza: la burocrazia oggi tecnologizzata che si portano dietro. Ce ne lamentiamo tutta la vita e ne decretiamo il trionfo al termine.

Da atto supremo di affermazione del proprio io e di sfida, il suicidio assurge a sottomissione alle logiche del diritto codificato e, in ultima analisi, dello Stato.

Mi fa piacere se mi scrivi. In privato, sarà fuori moda ma a me piace così