Tante le definizioni di leader. Mi piace ricordare due discorsi per fare capire cosa intendo io. All'orizzonte il nulla ammantato di tweet
Come faccio spesso per cercare sollievo dal senso di soffocamento provocato dalla melassa pacifista ho riletto per l’ennesima volta il discorso tenuto l’8 marzo 1983 da Ronald Reagan alla National Association of Evangelicals ad Orlando (Florida). L’avevo fatto il primo dell’anno e avevo impostato questo post che per pigrizia completo oggi, dopo gli attentati di Parigi.
Dovremmo essere nani sulle spalle di giganti per vedere più lontano e – forse – più distintamente. Ce lo impediscono ignoranza, ottusità, supponenza, cinismo e soprattutto vigliaccheria democratici che puntellano il nefasto laicismo giacobino e sono protetti dal rassicurante piagnisteo della cultura mainstream. Parlando di temi secondari come peccato, colpa, bene, male, aborto, libertà, Dio, tradizione giudaico-cristiana, spirito dei padri fondatori, comunismo, rapporti con l’Unione Sovietica, banditi ovunque e soprattutto, come direbbe Chesterton, dalle chiacchiere da bar nelle quali invece dovrebbero emergere i temi centrali della nostra vita, Reagan ha avuto l’improntitudine, a metà della sua prima Presidenza, di esortare prima di tutto a riconoscere il senso della nostra storia e a ritrovare l’orgoglio della nostra civiltà, sostenendone la superiorità. Se sostituiamo Unione Sovietica con islam, il discorso potrebbe essere stato scritto ieri, ma nessuno avrebbe avuto il coraggio di pronunciarlo.
Trovo la stessa lucidità, e, in parte (ma si tratta di situazioni diverse) lo stesso coraggio, nel discorso pronunciato il 24 novembre 2014 da Ron Prosor, ambasciatore di Israele all’ONU, meritevolmente tradotto e pubblicato da Il Foglio. Espressioni fortissime – se pensiamo a quelle caratteristiche della diplomazia europea – dirette a svegliare l’occidente liberal dal colpevole sonno in cui si è ritirato e imboscato dagli anni ’70.
È noto che chi dorme quietamente non ama essere svegliato e ambisce solamente a più sonno.
Mi fa piacere se mi scrivi. In privato, sarà fuori moda ma a me piace così